Riporto una breve riflessione sul convegno che oggi, in data 14/06/2018, è stato affrontato nella sede di Confindustria di Salerno (http://www.confindustria.sa.it/), al quale ho partecipato per avere una visione più ampia della norma e sono lieto di condividere questa esperienza con chi leggerà questo post.
Cosa rappresenta la gestione per la sicurezza sul lavoro?
Un modo come un altro per imbastire carta negli archivi dei nostri uffici? O una metodologia valutata e controllata per gestire azioni concrete in tema di salute e sicurezza sul lavoro?
Anche se la risposta può sembrare scontata, non tutte le aziende che applicano dei modelli di gestione la pensano in questo modo. In molti si limitano a produrre documenti che mai verranno controllati, mai gestiti e sempre accantonati…ma allora a cosa serve implementare un sistema di gestione?
Non serve a nulla avere un sistema che poi non funziona, non rispecchia il ciclo di Deming e non ha nessuno sbocco pratico nella vita quotidiana dell’azienda. Ciò che viene rimarcato nella nuova norma ISO 45001 (che non si discosta tanto dalla buona vecchi BS OHSAS 18001) è la necessità di esaltare la sua strutta ad alto livello (HLS) e, nello stesso tempo, snellire i processi di gestione per la sicurezza, uniformandoli a quelli delle corrispettive sorelle ISO 9001 e ISO 14001.
Il relatore ha creato un’immagine interessantissima del ciclo, facendo notare che non serve vedere sulla carta una sequenza ciclica di azioni tendenti alla fine (PDCA) ma bisogna immaginare di vedere il PDCA come una spirale infinita che ”fuoriesce” dal foglio. Tutti i presenti, me compreso, ovviamente, hanno avuto un attimo di esitazione nell’immaginare una situazione del genere ma, in effetti, è stata data un’immagine ben chiara di quello che deve essere lo stato di implementazione dei sistemi di gestione. Il miglioramento continuo, e quindi lo sperimentare, approvare, controllare, variare i processi e le variabili, altro non sono che una gestione dinamica della sicurezza sul lavoro, che non termina una volta realizzato ed attuato il Deming ma continua…all’infinito!
E’ difficile, infatti, pensare che un responsabile del sistema di gestione si possa fermare alla mera pianificazione, azione e controllo dei risultati ma cerca sempre (e questo, credo, lo facciamo tutti) di migliorare costantemente il proprio sistema apportando esperienza, facendo investimenti, cercando sempre un’evoluzione di ciò che viene controllato.
Altro intervento breve, ma particolarmente interessante, è stato condotto dal RSPP della Paravia Elevator’s service. In effetti, ciò che rimarcava il dott. Milone è l‘impossibilità di creare un’azienda a rischio zero…anche questa può sembrare una frase scontata e comunemente rivista nei corsi di formazione. Ma non lo è.
Il consulente, l’imprenditore, i responsabili della sicurezza possono creare un bellissimo sistema di gestione, implementarlo, modificarlo, ottimizzarlo…e possono coinvolgere i lavoratori per renderli parte attiva di tale processo, coinvolgendoli, facendoli sentire indispensabili ai fini aziendali.
Ma l’errore umano può capitare; la distrazione può capitare; la fatalità può capitare.
Non servono le più belle procedure per contrastare la casualità; è vero che tanti piccoli eventi sentinella sono un ottimo indicatore per cercare di ridurre la probabilità di accadimento di un evento indesiderato ma sempre fino al 99,999%…ma quella piccola parte, che completa questo valore, è sempre presente e non può essere ovviamente trascurata. Allora come agire?
Sensibilizzazione; azioni sui comportamenti umani, gestione delle emozioni, dello stress, della percezione dei pericoli.
Abbiamo una cultura immensa ma, a volte, non ce ne rendiamo conto e non la sfruttiamo, frutto anche di un sistema giuridico che non sempre asseconda gli imprenditori. La colpa di un infortunio è sempre riconducibile al datore di lavoro (ma qui apriremmo un altro tipo di discorso che non voglio affrontare, adesso!)…e se, in effetti, è fatalità? Come comportarsi?
Dimostrare che il sistema di gestione funziona! Che è stato implementato e ottimizzato…non si poteva fare nient’altro. E’ duro scriverlo ma è così.
Come dimostrarlo? Con la documentazione. E qui, mi riconduco al primo paragrafo.
Documentazione non vuol dire carta; documentare vuol dire dimostrare in modo preciso ciò che è stato attuato, programmato, gestito e realizzato. E quali interventi devono essere compiuti in futuro per migliorare di volta in volta.
Ing. Danilo Gagliardi
Grazie mille Milena 😊😊a plus mathematics tutorial
Di nulla!
E’ stato un piacere partecipare, a presto.
Ing. Danilo Gagliardi