VIE DI INTRODUZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI NELL’ORGANISMO

Di solito una sostanza pericolosa può entrare nell’organismo umano attraverso tre vie principali: orale, polmonare e cutanea. Più raramente esso può penetrare attraverso la via nasale e quella oculare. La via principale di penetrazione, in generale, a prescindere dall’attività lavorativa svolta, è attraverso il tratto respiratorio. In effetti un grande numero di sostanze chimiche possono essere inalate entrando nell’organismo sotto forma di:

  • Gas o vapore (rilasciati in particolare da liquidi volatili come i solventi organici);
  • Solidi finemente suddivisi (polveri);
  • Aerosol (aria + solidi o liquidi finemente suddivisi).

Non bisogna trascurare tuttavia la penetrazione attraverso la pelle (e le mucose) perché alcune sostanze entrano più facilmente attraverso questa via che non per inalazione. L’assorbimento degli agenti chimici può avvenire per: inalazione, contatto cutaneo, ingestione, iniezione.

1) Assorbimento per inalazione

L’inalazione, cioè l’introduzione dell’agente chimico nei polmoni durante la respirazione, rappresenta la via di ingresso principale nel corpo di sostanze e/o preparati pericolosi durante il lavoro. Il rischio di esposizione per inalazione ad agenti chimici pericolosi si presenta quando i processi o le modalità operative provocano l’emissione di detti agenti con la conseguente diffusione nell’ambiente sotto forma di inquinanti chimici aerodispersi. L’inalazione di gas tossici e vapori può produrre avvelenamento con l’assorbimento attraverso le mucose della bocca, della gola e del polmone, danneggiando seriamente questi organi attraverso un’azione locale. Questo tipo di assorbimento può essere estremamente rapido a causa della grande superficie d’assorbimento (circa 75 m2).

Questa è la via d’assorbimento più pericolosa per molte sostanze tossiche. Tra le norme igieniche si ricorda il divieto di fumare nei luoghi di lavoro ed in particolare dove è possibile l’esposizione a sostanze pericolose, in quanto il fumo può ulteriormente veicolare all’interno dell’organismo le sostanze tossiche, oltre a presentare rischi specifici aggiuntivi quali la cancerogenicità dei prodotti di combustione o rischi quali incendio, esplosioni, ecc.).

2) Assorbimento per contatto cutaneo

In genere le sostanze chimiche sono assorbite dalla pelle più lentamente che dall’intestino o dai polmoni. Comunque le sostanze e/o preparati chimici (in particolare i solventi organici) possono entrare nel corpo sia direttamente che attraverso indumenti contaminati. Il rischio di esposizione per contatto cutaneo si può presentare durante le fasi di manipolazione delle sostanze e/o preparati pericolosi. Molte sostanze chimiche possono produrre danni per contatto diretto con la pelle, quali, irritazioni, bruciature e reazioni allergiche.

Invece l’assorbimento attraverso la pelle dipende da numerosi fattori, quali: la concentrazione della sostanza chimica, la reattività chimica, la solubilità (sia in acqua che nei grassi).

L’assorbimento è anche dipendente dalle condizioni di contatto dalla parte del corpo esposto e dalla durata del contatto. Inoltre, ferite e lacerazioni della cute producono un aumento dell’assorbimento delle sostanze chimiche. Il contatto con gli occhi è particolarmente pericoloso poiché la maggior parte delle sostanze risultano fastidiose, irritanti se non addirittura nocive e tossiche. Inoltre un buon numero sono anche in grado di causare ustioni e la perdita della vista. Per questo motivo l’utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale (occhiali protettivi) è fortemente consigliato.

3) Assorbimento per ingestione

L’ingestione accidentale di sostanze pericolose, specialmente in quantità rilevanti, è piuttosto infrequente anche se non impossibile. Il tratto gastrointestinale che consiste in bocca, esofago, stomaco e intestino può essere immaginato come un tubo di dimensioni variabili (circa 5-7 m. di lunghezza), con una grande superficie di assorbimento (circa 200 m2). Se la sostanza chimica è relativamente insolubile (in forma solida) avrà un limitato contatto con il tessuto intestinale, e la quantità d’assorbimento sarà bassa.

Sostanze organiche sono invece più facilmente assorbibili e quindi più pericolose. Tra le norme igieniche da rispettare si ricorda il divieto di assumere cibi e bevande nei luoghi di lavoro e in particolare dove è possibile l’esposizione a sostanze pericolose. Si evidenzia ancora la necessità di un’accurata pulizia delle mani prima di mangiare, del divieto di conservare cibi e bevande in frigoriferi dove sono stoccate sostanze pericolose (ad es. nei laboratori), di contenitori etichettati a norma, ecc.

4) Iniezione

L’esposizione a sostanze chimiche pericolose per iniezione non avviene frequentemente tuttavia, può accadere inavvertitamente quando si manipolano siringhe (ad esempio nei reparti dove si usano gascromatografi o HPLC), oppure producendosi delle ferite utilizzando vetreria danneggiata o parti metalliche contaminate. Tale via di assorbimento è estremamente pericolosa perché può introdurre sostanze tossiche direttamente in circolo eliminando il processo d’assorbimento.

Considerazioni

In generale, comunque, la via inalatoria è stata da sempre quella su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione e sono state stabilite od ipotizzate correlazioni tossicologiche ed epidemiologiche tra patologie e concentrazioni ambientali. Come conseguenza del grande numero di studi che hanno riguardato l’assorbimento per inalazione, già da parecchi anni la comunità scientifica ha proposto dei limiti di esposizione professionale (intesi come massima concentrazione possibile dell’inquinante nell’aria presente nell’ambiente di lavoro) per svariati agenti chimici pericolosi.

L’assorbimento per via cutanea ha invece destato minore interesse da parte degli igienisti industriali, sia perché per la maggior parte delle sostanze si riteneva trascurabile il suo contributo all’assorbimento totale, sia perché i metodi per la sua valutazione risultavano più complessi e difficilmente standardizzabili. Studi relativamente recenti hanno però messo in evidenza che trascurare l’esposizione cutanea significa in molti casi sottostimare enormemente la dose assorbita dai lavoratori. La contaminazione della pelle con agenti chimici pericolosi può aver luogo come risultato di differenti processi.

Tra questi si possono citare:

1) immersione in soluzioni contaminate;

2) schizzi dell’inquinante o di soluzioni che lo contengano;

3) contatto con superfici contaminate;

4) deposizione di particelle o vapori sulla pelle in seguito alla sommersione in atmosfere contenenti l’agente sotto forma di vapore o di aerosol.

La valutazione dell’esposizione cutanea è resa ancora più difficile in considerazione che:

  • esistono ancora pochi dati sui limiti di esposizione professionale cutanea;
  • non è facile ricavare la quantità effettivamente assorbita nell’organismo rispetto a quella depositata sulla cute;
  • spesso non è chiaro se il valore limite di concentrazione in aria individuato da alcune organizzazioni quali ad esempio ACGIH, OSHA, ecc., tenga conto solo dell’assorbimento dell’inquinante per via inalatoria, od anche per assorbimento cutaneo in seguito alla sommersione nei vapori.

Anche l’allegato XXXVIII al D.Lgs. 81/2008, contenente una tabella di sostanze chimiche con i relativi valori limite di esposizione professionale (LEP), non dissipa questo ultimo dubbio sul valore limite. Infatti con la notazione cutanea “Pelle”, attribuita ai LEP, viene generalmente identificata la possibilità di un assorbimento significativo attraverso la pelle. La modalità di introduzione per ingestione, anche accidentale, di sostanze pericolose, specialmente in quantità rilevanti, è piuttosto infrequente anche se non impossibile mentre quella per iniezione può essere considerata di raro accadimento e quindi di scarsa rilevanza nell’ambito di esposizioni lavorative.